Chiusi della Verna |
Suore Riparatrici Del Sacro Cuore |
“Nella mia solitudine sono sempre occupata a servire il mio Padrone come egli vuole e bisogna praticare costantemente le virtù sotto lo sguardo di Lui solo. Io ai pie’ di Gesù Sacramentato passo il resto della mia vita e mi sento ricoverata nel Suo Sacratissimo Cuore”. M. Isabella Lett. N°. 501 |
Luogo di preghiera e di silenzio interiore |
“Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo nome”
Salmo 103 (102) vers. 1. |
Dall’intimità silenziosa, profonda, che ha il suo centro nel tabernacolo, nel Crocifisso, nel Cuore di Gesù, nasce e si sviluppa la maternità spirituale di Madre Isabella. |
“ Ora te ne vai nella solitudine (...) Mi figuro quante belle cose ti dirà Gesù! (…) ti starà lunghe ore seduto accanto, vi scambierete reciprocamente parole di santo amore, e di tanto in tanto Gesù ti dirà: …., vuoi soffrire tranquillamente per amor mio? Mi figuro come risponderai subito: sì, sì, sì!”. Lettera n. 17 alla Castrone, 28 ottobre 1869, p. 97
Sì, sì, sì! Fu la risposta che Madre Isabella dava a Gesù, suo Amore, ogni volta che riceveva un Suo invito per un nuovo atto di amore riparatore. Così intendeva essere suora riparatrice. |
Riparare, per Isabella significava, anche, divenire solidali con Cristo, povero e crocifisso. Il suo cuore e quello di Gesù divennero un sol cuore, come le era stato insegnato nel collegio di Santa Chiara. Sentì fortemente e portò nel cuore l’appassionato grido di San Francesco: “Ah!, l’Amore non è amato, non è amato l’Amore!”. ( FF n.1161: Fervore di carità., p. 911.)
da p. Bernardo Barfucci “ Isabella de Rosis” p. 428
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